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IL CASO DEL GIORNO / Il sindaco Di Stefano veste i panni di Brenno che disse “Guai ai vinti”, in questo caso le vittime sono i Giovani Sestesi
In altra parte del giornale trovate servizi che attestano il torto subito dai Giovani Sestesi, da parte del sindaco Roberto Di Stefano, il quale nei giorni scorsi si è reso protagonista di un’encomiabile azione: concedere l’intitolazione di una sala di villa Visconti a Giovanni Bianchi. L’ha fatto, però, dimenticandosi delle iniziative di piazza dei Giovani Sestesi e dell’ordine del giorno approvato in aula consiliare.
O meglio: il sindaco, ha indossato i panni di Brenno, capo del Galli, il quale dopo la conquista di Roma aveva imposto le sue regole con la prepotenza del più forte e nel prendere l’oro dei romani, di fronte ad alcuni che protestavano che la bilancia non era regolare, lui vi pose sopra la sua pesante spada esclamando “Vae victis”, per far capire che le condizioni le dettano i vincitori.
Con l’intitolazione di una stanza della villa Visconti d’Aragona è successo qualcosa di simile. Il sindaco, a suo tempo, quando fu votato l’ordine del giorno lo fece proprio e ora nel prendere la decisione di intitolare uno dei locali a Giovanni Bianchi, anziché rendere onore a chi la proposta la fece portandola avanti con la raccolta delle firme nelle piazze prima e poi con la presentazione dell’ordine del giorno approvato in aula consiliare, l’ha reso pubblico come una sua precisa volontà di ricordare un cittadino esemplare.
I Giovani Sestesi (e non solo) parlano di scippo. Certamente una scorrettezza politica, anche se formalmente è concesso al sindaco che fa proprio l’ordine del giorno, “gestirlo” a suo piacimento. Le regole comunali lo permettono, ma ci sono cose non scritte che valgono molto di più, come ad esempio rispettare il lavoro degli altri, anche se avversari politici.
Certamente ci troviamo di fronte ad una decisione che non aiuta il buon vivere, anzi accresce la distanza tra le persone che hanno ideologie diverse. Anche se in questo caso non si tratta di avere idee diverse, ma di rispettare il lavoro degli altri ed essere coerenti con il proprio rispettando quello degli altri. Brenno fece questo nel 390 a. c. (il tempo dei barbari) mentre quello che ha portato a termine il sindaco accade nella civile e moderna società di Sesto San Giovanni del 2023. (R. R.)
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