comunicato stampa
Tante persone, tanti amici. Oltre
150 persone si sono alternate nella gremita sala Affreschi di Villa De Ponti
per ascoltare le parole di coloro che hanno portato la loro testimonianza su
Giovanni Bianchi.
L’abbraccio di una città per
ricordare quanto compiuto sinora da uno dei suoi “figli” più impegnati al
servizio della collettività. Al contempo, per significare l’impegno comune a
portare avanti un discorso precocemente interrotto lo scorso 24 luglio 2017.
È l’istantanea che emerge nitida a
seguito de “L’eredità di Giovanni Bianchi. L’amico, il maestro, il modello, la
guida”, la serata di ricordo e di riflessione sul lascito ideale dell’ex
parlamentare sestese, organizzata dalla Lista Civica dei Giovani Sestesi presso
la Sala degli Affreschi di Villa De Ponti.
Un momento di condivisione di
ricordi e di percorsi di vita al quale hanno preso parte l’Avv. Giuseppe Melzi,
l’attuale Sindaco di Cusano Milanino, Lorenzo Gaiani, e due ex primi cittadini
di Sesto San Giovanni, Fiorenza Bassoli e Giorgio Oldrini. Da quest’ultimo è
partito la proposta che riteniamo molti dei presenti custodissero in animo:
dedicare una piazza o una vita all’On. Bianchi.
Un uomo “dai mille talenti”, così è
stato definito, a cui si deve l’espressione “sestesità”, che non si squalifica
in una forma di localismo, ma incarna quel comune sentire che in vari momenti
storici ha reso il comune lombardo un luogo assolutamente a se stante, dalle
caratteristiche uniche, anche e soprattutto durante la grande pagina dell’industrializzazione
novecentesca, a cui è corrisposto il sacrificio di quelli - uomini e donne -
che Giovanni Bianchi ha definito nel suo ultimo saggio “partigiani senza
fucile”.
La serata è stata aperta dal saluto
di Paolo Vino, Segretario Politico dei Giovani Sestesi, che ha accomunato la
figura dell’onorevole a quella di un altro soggetto, egualmente importante e
compianto, ricordato nel dicembre 2017 nel contesto di un altro incontro
organizzato dalla lista civica, al quale partecipò proprio il politico e studioso
cittadino. Parliamo di Mons. Luigi Olgiati, che adottò subito il sostantivo
coniato da Giovanni Bianchi, arrivando a dedicarvi addirittura un saggio.
Nell’intervento del segretario non è
mancata un ritratto dell’uomo, che Vino ha ricordato anche nei momenti più
difficili, quelli che potevano minare la sua fede incrollabile. Quelli del
dubbio - l’albergare nell’animo umano del credente-non credente teorizzato dal
Card. Carlo Maria Martini - verso un Padre amorevole che lascia morire in
giovane età i propri figli (allusione alla perdita della figlia Sara).
Vivide e capaci di evocare la
presenza in sala dell’ex parlamentare le parole pronunciate dai quattro
relatori, che hanno ricordato un curriculum segnato da numerosi incarichi di
prestigio, ma soprattutto l’uomo, capace di instaurare un vero dialogo con
chiunque, in grado di leggere nel cuore e nella mente di ciascuno e di
lasciarvi un segno; la persona sempre in cammino, che dalla sua Sesto San
Giovanni manteneva lo sguardo fisso nel mondo, alla ricerca dei modi di gettare
semi di pace e di giustizia sociale; l’insegnante, che diveniva poi molto
spesso il compagno di cammino; l’appassionato di pace e di poesia, come lo ha
voluto ricordare la moglie Silvia.
Ottavia Eletta Molteni, giornalista
e membro del Direttivo dei Giovani Sestesi, ha chiuso la serata, che ha
moderato, con un piccolo viaggio all’interno dell’ultima opera pubblicata
dall’On. Bianchi pochi mesi prima di morire, “Resistenza senza fucile” (ed.
Jaca Book, 2017), in cui è stato visto una sorta di testamento da consegnare
alle giovani generazioni.
Direttivo
Lista Civica Giovani Sestesi
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