COMUNICATO
STAMPA
Il
2018 si apre con un incontro di boxe che sarebbe degno di un Campionato del
mondo, se non fosse che a farne le spese sono i sestesi. Il Comune di Sesto San
Giovanni si è trasformato in un gigantesco ring nel quale ormai quasi settimanalmente
si sfidano il sindaco Roberto Di Stefano e il vicesindaco Gianpaolo Caponi, con
tanto di assistenti e allenatori a fare da contorno.
Il
paragone fa sorridere, ma se si tiene conto che queste due persone hanno nelle
loro mani il futuro di Sesto San Giovanni, c'è poco da ridere. Anzi c'è di che
essere preoccupati.
L'ultima
scazzottata se la sono data in questi giorni a cavallo del Natale, quando il
sindaco Roberto Di Stefano ha messo al tappeto il suo “quasi amico” e “quali
collaboratore” Gianpaolo Caponi.
Il
tema è importante: l'agibilità delle
associazioni di Sesto San Giovanni.
Associazioni
come Ventimila Leghe, le Malandre e Lucrezia Marinelli, erano state in prima
battuta sfrattate dal sindaco Di Stefano che senza andare troppo per il sottile
aveva deciso di fare tabula rasa di quei sodalizi che fanno riferimento alla
Resistenza, e in qualche modo alle ideologie di Sinistra. Gianpaolo Caponi non
si era minimamente curato della cosa, nonostante in campagna elettorale andava
affermando che “l'associazionismo è la
spina dorsale della nostra società e deve essere costantemente supportata”.
Tirato
per la giacchetta da tanti sestesi che gli avevano dato il voto, aveva promesso
clemenza alle associazioni, ma come accade sempre più spesso è stato smentito
dal suo sindaco. Per salvarsi in corner si era inventato anche una “seconda
casa delle associazioni” nella quale dare asilo politico alle associazioni
sfrattate, ma come si suol dire... tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare.
Il risultato è che entro la fine di gennaio le associazioni saranno senza sede.
Le
preoccupazioni per questo esito vanno ben oltre il destino delle singole
associazioni. Perché da settimane il sindaco e il suo vice stanno giocando un
confronto molto duro che vede sempre perdente Caponi e la sua “Coalizione
civica”, sempre più sottile e dilaniata dal dissenso interno. Caponi si era
fatto eleggere con tante belle idee, tutte irrealizzabili, e ora si trova a
fare i conti con la realtà. Aveva fatto una campagna elettorale con candidati
Populisti di Destra e un programma che strizzava l'occhio alla Chiesa e alle
ideologie di Sinistra.
Aveva
dichiarato che la giunta sarebbe stata a “trazione civica”. Ma il risultato è
che Forza Italia comanda e Caponi esegue anche quando si decide di chiudere la
Moschea, di dare il Daspo anche ai bisognosi. Sulla moschea Caponi ha chinato
il capo, salvo poi convocare un imbarazzante e inutile “Tavolo interreligioso”,
erigendosi a Prevosto della città, senza nemmeno comprendere che al massimo
avrebbe potuto promuovere un tavolo politico con le religioni, perché la
Religione non si amministra in Municipio.
L'unico
merito di questi sei mesi di Amministrazione “a trazione civica” è il progetto
del suo assessore Angela Tittaferrante che si appresta a privatizzare gli asili
nido.
Ci domandiamo quali saranno gli imprenditori scelti
per la gestione degli asili nido privati...
Paolo Vino
Segretario Politico
Lista Civica Giovani Sestesi
Nessun commento:
Posta un commento