COMUNICATO STAMPA
Possibile
che tutto debba diventare uno spot per avere due righe sul giornale o
un’intervista in TV?
Troviamo
davvero svilente la strumentalizzazione applicata a un progetto che ha visto
molte persone impegnarsi, affinché, considerata la sua importanza in
prospettiva, potesse rappresentare un bene di tutti.
Mi
riferisco ai titoli usciti in questi giorni su quotidiani online e cartacei:
“Facciamo lo stadio del Milan a Sesto S. Giovanni sulle ex Falck”.
Una
frase “buttata lì”, solo per attirare l’attenzione e accendere i riflettori
alle porte di una nuova campagna elettorale. Solo per catturare voti.
Fa davvero sorridere vedere a
corto di idee il primo Sindaco che dopo settantadue anni è riuscito
nell’impresa di espugnare la Stalingrado d’Italia, strappandola alla
sinistra sestese.
Al
contrario è davvero triste vedere lo
stesso primo cittadino sottrarre una proposta molto importante avanzata da
un’altra forza politica e ridurla a spot, per il solo gusto di far parlare di
sé.
Perché
vede, sindaco Di Stefano, la proposta di portare lo stadio nelle ex Falck è un
progetto serio, studiato e pensato. Dietro
quella proposta si nasconde, lo ripetiamo, il lavoro di persone che si sono
provate nel tentativo di conciliare il concetto di “stadio” (con riferimento
quindi all’area Sport) con quelli di “intrattenimento”, “lavoro”, “cultura”,
“commercio” ed “eccellenza” a livello cittadino.
Quel
progetto, Sig. Sindaco, era stato pensato per evitare che “voi” - racchiudendo in questo pronome personale sia le forze di centro-destra sia quelle di centro-sinistra
- avallaste l’ennesimo centro commerciale sulle ex Falck (come quello che,
ahimè, si farà - perché quel centro commerciale si farà).
Proporre
le aree ex Falck per il nuovo stadio del Milan nascondeva dietro di sé
un’ambizione ben precisa: ospitare incontri di cartello, dalle partite di serie
A ai match di Champions League e partite del Cuore. Lo stesso luogo avrebbe
tuttavia dovuto prestarsi nelle intenzioni ad altre finalità, come, ad esempio,
spettacoli di teatro e concerti musicali. Contenere al proprio interno un
“Museo dello Sport” (Sesto San Giovanni ha sfornato campioni di varie
discipline), una zona destinata al “food” e “intrattenimento”, una parte
commerciale per la vendita di articoli sportivi. Uno stadio “urbano”, quindi,
perfettamente integrato nel territorio e nella vita della città, sulla
falsariga del modello lanciato con lo “Juventus Stadium” a Torino.
Da quanto
evidenziato più sopra, la proposta formulata dalla Lista Civica Giovani Sestesi
avrebbe in sostanza contribuito a creare un indotto. Una “fabbrica” in grado di
generare posti di lavoro, perché la gestione delle varie attività previste
dentro il complesso avrebbe richiesto l’impiego di diverse persone, in primis
tanti concittadini sestesi.
"Noi della Lista Civica
Giovani Sestesi non abbiamo la pretesa di suggerire a nessuno il comportamento
da tenere. Un aspetto, però, sentiamo di segnalarglielo, SIg. Sindaco: in occasione delle ultime
amministrative, le persone residenti a Sesto San Giovanni hanno dato prova di
saper ragionare e decidere. Prima o poi, quindi, se continua con la linea dei
“proclami”, anche lei rischia di vivere la stessa parabola discendente a suo
tempo sperimentata da chi l’ha preceduta sulla poltrona destinata al primo
cittadino"
Paolo Vino Segretario
Politico
Lista Civica Giovani
Sestesi