mercoledì 2 settembre 2015

Corriere di Sesto: Stadio del Milan e Albero della Vita, chi ha paura di rilanciare le aree Falck?




Stadio del Milan e Albero della Vita, chi ha paura di rilanciare le aree Falck?

· redazione online · in Politica. ·



falckstadioIn un agosto abbastanza tranquillo per Sesto San Giovanni, coi consueti disagi dovuti a zozzoni, pessimo servizio di pulizia, vandalismi (è toccato alla casa dell’acqua) e problemi irrisolti, nel dibattito politico ha tenuto banco l’idea di ospitare lo stadio del Milan nelle aree Falck, cui è seguita quella di piazzarci anche l’albero della vita attualmente in Expo.

Entrambe le ipotesi sono suggestive e se la politica sestese – come quella italiana, del resto – non fosse fatta da tifosi anziché da governanti, le commissioni consiliari sarebbero già al lavoro per cercare di portare a casa il risultato: due elementi che aggiunti alla città della salute permetterebbero di rilanciare per davvero le aree ex Falck facendo fare alla città di fare un salto culturale-turistico non indifferente.

Ma la politica sestese è troppo abituata a guardarsi l’ombelico per capire cosa serva realmente a Sesto: il Pd guarda a destra, sinistra, centro, in alto e in basso nella speranza di puntellare il consenso in discesa libera, tirato da una parte da quelli che vicini al sindaco, suggeriscono il vecchio e collaudato schema comunista (Pd+Prc+Sel+ varie ed eventuali). In mancanza di un’opposizione realmente forte, permette comunque di vincere, stancamente e sempre più di misura. E poi di fare accordi con Cielle e il centrodestra, come accaduto per la città della salute, un appalto appetitoso per tutti, dalle coop alle imprese private, senza farlo sapere troppo in giro.

I renziani, invece, spingono per allargare la coalizione con dentro Verso Sesto e soprattutto i Giovani Sestesi (i quali ad onor del vero sono stati i primi ad insistere per lo stadio sulle aree Falck), per una vittoria più larga che permetterebbe di gestire con più forza il cambiamento, mettere la minoranza interna e la sinistra nelle condizioni di non nuocere (a furia di no e di difesa del pubblico senza se, senza ma e senza progetti si è visto che fine hanno fatto le piscine, le farmacie, ed ora anche il centro diurno disabili). In questo senso potrebbero anche esporsi per stadio e albero della vita, se non fosse che poi l’opposizione attuale rivendicherebbe tutti i meriti (l’idea dell’albero è di Di Stefano di Forza Italia), rischiando così di far perdere al Pd i voti di sinistra senza la certezza di recuperare quelli persi per strada negli ultimi anni di governicchio, o mai conquistati al centro destra.

Le opposizioni non sono certo compatte: i grillini vanno per la loro strada, Sesto nel cuore (attualmente il candidato più temibile) non parla coi resti di Forza Italia, che a sua volta gioca una partita tutta sua, potendo eventualmente contare su agganci in Regione per rientrare dalla finestra nella partita aree Falck, indipendentemente da stadio e albero.

In sostanza, la politica sestese è prigioniera del suo pantano: per cui albero della vita, stadio del Milan o qualsiasi altra cosa si proponga (perché no il padiglione zero sotto il T3?), non saranno certo i sestesi a deciderlo. Men che meno i politici locali. Ma logiche più grandi e complesse, sulle quali la città rischia, nel bene  e nel male, di essere spettatore passivo. Un vero peccato, perché una sestesità forte e matura, non il fantasma del glorioso passato, potrebbero far bene non solo a Sesto, ma a tutta Milano.

 

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