Stadio del Milan e Albero della Vita, chi ha paura
di rilanciare le aree Falck?
August 31, 2015 · · in Politica. ·
In un agosto abbastanza
tranquillo per Sesto San Giovanni, coi consueti disagi dovuti
a zozzoni, pessimo servizio di pulizia, vandalismi (è toccato alla casa
dell’acqua) e problemi irrisolti, nel dibattito politico ha tenuto
banco l’idea di ospitare lo stadio del Milan nelle aree Falck, cui è seguita
quella di piazzarci anche l’albero della vita attualmente in Expo.
Entrambe le ipotesi sono suggestive e se la politica
sestese – come quella italiana, del resto – non fosse fatta da tifosi anziché
da governanti, le commissioni consiliari sarebbero già al lavoro per cercare di
portare a casa il risultato: due elementi che
aggiunti alla città della salute permetterebbero di rilanciare per davvero le
aree ex Falck facendo fare alla città di fare un salto
culturale-turistico non indifferente.
Ma la politica sestese è troppo abituata a
guardarsi l’ombelico per capire cosa serva realmente a Sesto: il Pd guarda a
destra, sinistra, centro, in alto e in basso nella speranza di puntellare il
consenso in discesa libera, tirato da una parte da quelli che vicini
al sindaco, suggeriscono il vecchio e collaudato schema comunista (Pd+Prc+Sel+
varie ed eventuali). In mancanza di un’opposizione realmente forte,
permette comunque di vincere, stancamente e sempre più di misura. E poi di fare
accordi con Cielle e il centrodestra, come accaduto per la città della salute,
un appalto appetitoso per tutti, dalle coop alle imprese private, senza farlo
sapere troppo in giro.
I renziani, invece, spingono per
allargare la coalizione con dentro Verso Sesto e soprattutto i Giovani Sestesi
(i quali ad onor del vero sono stati i primi ad insistere per lo stadio sulle
aree Falck), per una vittoria più larga che permetterebbe di gestire con più
forza il cambiamento, mettere la minoranza interna e la sinistra nelle
condizioni di non nuocere (a furia di no e di difesa del pubblico senza se,
senza ma e senza progetti si è visto che fine hanno fatto le piscine, le
farmacie, ed ora anche il centro diurno disabili). In questo senso potrebbero
anche esporsi per stadio e albero della vita, se non fosse che poi
l’opposizione attuale rivendicherebbe tutti i meriti (l’idea dell’albero è di
Di Stefano di Forza Italia), rischiando così di far perdere al Pd i voti di
sinistra senza la certezza di recuperare quelli persi per strada negli ultimi
anni di governicchio, o mai conquistati al centro destra.
Le opposizioni non sono certo compatte: i grillini vanno per la loro
strada, Sesto nel cuore (attualmente il candidato più temibile) non parla coi
resti di Forza Italia, che a sua volta gioca una partita tutta sua, potendo
eventualmente contare su agganci in Regione per rientrare dalla finestra nella
partita aree Falck, indipendentemente da stadio e albero.
In sostanza, la politica sestese è prigioniera
del suo pantano: per cui albero della vita, stadio del Milan o qualsiasi altra
cosa si proponga (perché no il padiglione zero sotto il T3?), non saranno certo
i sestesi a deciderlo. Men che meno i politici locali. Ma logiche più grandi e complesse,
sulle quali la città rischia, nel bene e nel male, di essere spettatore
passivo. Un vero peccato, perché una sestesità forte e matura, non il fantasma
del glorioso passato, potrebbero far bene non solo a Sesto, ma a tutta Milano.
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