venerdì 24 novembre 2017

Lettera in redazione: le precisazioni di Paolo Vino sulla sua intervista


Lettera in redazione: le precisazioni di Paolo Vino sulla sua intervista

Il leader dei Giovani Sestesi scrive al nostro direttore per fornire alcune precisazioni in merito all'intervista apparsa sul numero di novembre del Punto Notizie

Da

Alessio Civati

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24 novembre 2017

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Riceviamo e pubblichiamo una lettera da parte di Paolo Vino dei “Giovani Sestesi” con delle precisazioni in merito ad un servizio apparso a pagina 10 del numero di novembre del nostro giornale
 
Egregio Direttore,
con riferimento al servizio pubblicato sulla testata “Il Punto Notizie” – numero di novembre 2017 -, a pag. 10 (“Paolo Vino: “Abbandoniamo Piano e potremmo tornare nel centrodestra”), le invio le seguenti precisazioni.
Innanzitutto non ho mai rilasciato alcuna intervista alla giornalista Laura Marinaro, tanto meno nella forma di domanda e risposta, come riportato nel servizio stesso.
Le dichiarazioni, attribuitemi come testuali e che peraltro corrispondono solo in parte al vero (come spiegherò più avanti), risultano essere nei fatti un tentativo di attribuire alla mia persona, e indirettamente al gruppo politico di cui sono segretario (Lista Civica Giovani Sestesi), un nuovo “cambio di casacca”, che peraltro non appartiene alla mia storia.
Parlare di un mio “ritorno” nel centrodestra presuppone infatti che io vi sia stato in passato. Ma il mio percorso politico è noto a tutti e non ha mai incrociato quella strada. Non sono mai stato iscritto ad un partito di centro-destra ne di centro-sinistra ma solo alla Lista Civica Giovani Sestesi.
Quanto poi alle risposte contenute nell’intervista simulata, si tratta di passaggi rielaborati a partire dal comunicato con cui ho annunciato la mia uscita dalla Lista Popolare X Sesto, il cui testo peraltro è stato ospitato integralmente su diverse testate locali nei giorni immediatamente successivi alla sua diffusione. Un rapido confronto permetterebbe a chiunque di comprendere la provenienza delle “risposte” pubblicate sul servizio del “Punto Notizie”.
Sono stato contattato telefonicamente da Laura Marinaro nelle settimane precedenti all’uscita del nuovo numero della vostra testata. Mi ha parlato di voler scrivere un pezzo sui motivi che avevano portato alla mia uscita dalla Lista Popolare X Sesto. La considerazione su Forza Italia, che peraltro confermo ritenere forza molto più moderata rispetto al polo civico che ha appoggiato al ballottaggio l’attuale Sindaco di Sesto San Giovanni, Roberto Di Stefano, è stata formulata nel contesto di quel che da parte mia era un semplice “pour parler”, esulando dal contesto della richiesta specifica che mi era formulata.
Proprio al riguardo della richiesta di cui sopra, con la vostra giornalista, nel corso della telefonata predetta, abbiamo concordato che le avrei inviato un testo in cui vi erano indicate le motivazioni della rottura con il Gruppo Consiliare guidato dall’Avv. Sandro Piano. Compito che soddisfeci, facendole pervenire il testo che segue:
“Il dato condiviso, e quindi certo, è uno solo: l’impostazione data ai lavori dell’Assemblea della Lista Popolare X Sesto, riunitasi il 30 ottobre scorso, ha provocato una frattura insanabile all’interno dello schieramento che lo scorso 11 giugno aveva sostenuto la candidatura a Sindaco di Sesto San Giovanni dell’Avv. Sandro Piano. Occorrere quindi ripartire da lì, da quel momento, per capire che cosa abbia portato, a varie riprese, ben cinque componenti della formazione civica – a suo tempo candidati per la stessa – (Ottavia E. Molteni, Paolo Vino, Antonio Saponara, Barbara Macchi e Maria Chiara Defilippis) ad annunciare le proprie dimissioni. L’assemblea della Lista Popolare X Sesto era stata riunita per discutere le linee di indirizzo del collettivo, racchiuse dallo stesso Sandro Piano in una mozione, diffusa ante incontro agli aderenti alla formazione per consentirne un’analisi meno frettolosa e più meditata. In effetti, il dibattito si apriva con l’acquisizione agli atti di un documento di “osservazioni” sul documento, lette a beneficio dei presenti, dove veniva stigmatizzata una certa ambiguità nella formulazione del testo, che attingeva all’humus proprio dell’Avv. Piano (le battaglie del movimento radicale). Nel contempo si chiedeva all’estensore della mozione di chiarire un’incongruenza di fondo: la spinta, da un lato, verso la creazione di una “rete riformista assieme alle altre liste e agli altri movimenti, comitati, associazioni, partiti che lavorano su un terreno comune al nostro” (citazione testuale dal documento), mentre, dall’altro, si postulava – quale primo atto del cammino della rinnovata Lista Popolare X Sesto – la rottura della sinergia instaurata con i Giovani Sestesi. D’improvviso i motivi di avvicinamento, che all’inizio dell’anno corrente avevano indotto a incrociare i propri passi l’Associazione Democratici x il Cambiamento (di cui l’Avv. Piano è stato espressione sino al 30 ottobre scorso) e la lista civica guidata da Paolo Vino sembravano essersi svuotati di qualsiasi contenuto. La parola d’ordine era “tabula rasa”: cancellare quanto di buono era stato costruito insieme nei mesi della campagna elettorale e che si era tradotto in quel 3,47% di consensi che consentono ancor oggi la presenza della Lista Popolare X Sesto tra i banchi del Consiglio Comunale. Di fronte all’impossibilità di differire una discussione che annoverava più di una voce discorde (le stesse che poi hanno maturato la scelta di staccarsi dal gruppo) e alla finta propensione al dialogo, che serviva solo per marcare i confini di un perimetro obbligato, dove la centralità dell’interesse dell’azione a beneficio della città e dei suoi abitanti non appariva così chiaro, la strada da seguire era dolorosa quanto obbligata: dissociarsi, rompere. Nessuna scissione, come riportato impropriamente da alcuni organi di informazione, ma la decisione ponderata, da parte dei cinque fuoriusciti, di profondere il proprio impegno in contesti affini ai propri valori”.
Del testo di cui sopra non compare nulla nel servizio firmato da Laura Marinaro, alla quale chiedo sin d’ora di produrre la registrazione della presunta intervista che avrei rilasciato alla vostra testata.
Per tutti i motivi di cui sopra, sentendomi parte lesa, chiedo a lei Direttore di applicare il disposto dell’art. 8, Legge 8 febbraio 1948.
Distinti saluti.
Paolo Vino

 

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