Lettera in redazione: le precisazioni di Paolo Vino sulla sua intervista
Il leader dei
Giovani Sestesi scrive al nostro direttore per fornire alcune precisazioni in
merito all'intervista apparsa sul numero di novembre del Punto Notizie
Da
Alessio Civati
-
24 novembre 2017
Riceviamo e pubblichiamo una lettera da parte
di Paolo Vino dei “Giovani Sestesi” con delle precisazioni in merito ad un
servizio apparso a pagina 10 del numero di novembre del nostro giornale
Egregio Direttore,
con riferimento al servizio pubblicato
sulla testata “Il Punto Notizie” – numero di novembre 2017 -, a pag. 10 (“Paolo
Vino: “Abbandoniamo Piano e potremmo tornare nel centrodestra”), le invio le
seguenti precisazioni.
Innanzitutto non ho mai rilasciato alcuna
intervista alla giornalista Laura Marinaro, tanto meno nella forma di domanda e
risposta, come riportato nel servizio stesso.
Le dichiarazioni, attribuitemi come
testuali e che peraltro corrispondono solo in parte al vero (come spiegherò più
avanti), risultano essere nei fatti un tentativo di attribuire alla mia
persona, e indirettamente al gruppo politico di cui sono segretario (Lista
Civica Giovani Sestesi), un nuovo “cambio di casacca”, che peraltro non
appartiene alla mia storia.
Parlare di un mio “ritorno” nel
centrodestra presuppone infatti che io vi sia stato in passato. Ma il mio
percorso politico è noto a tutti e non ha
mai incrociato quella strada. Non sono mai stato iscritto ad un partito
di centro-destra ne di centro-sinistra ma solo alla Lista Civica Giovani
Sestesi.
Quanto poi alle risposte contenute
nell’intervista simulata, si tratta di passaggi rielaborati a partire dal
comunicato con cui ho annunciato la mia uscita dalla Lista Popolare X Sesto, il
cui testo peraltro è stato ospitato integralmente su diverse testate locali nei
giorni immediatamente successivi alla sua diffusione. Un rapido confronto
permetterebbe a chiunque di comprendere la provenienza delle “risposte”
pubblicate sul servizio del “Punto Notizie”.
Sono stato contattato telefonicamente da
Laura Marinaro nelle settimane precedenti all’uscita del nuovo numero della
vostra testata. Mi ha parlato di voler scrivere un pezzo sui motivi che avevano
portato alla mia uscita dalla Lista Popolare X Sesto. La considerazione su
Forza Italia, che peraltro confermo ritenere forza molto più moderata rispetto
al polo civico che ha appoggiato al ballottaggio l’attuale Sindaco di Sesto San
Giovanni, Roberto Di Stefano, è stata formulata nel contesto di quel che da
parte mia era un semplice “pour parler”, esulando dal contesto della richiesta
specifica che mi era formulata.
Proprio al riguardo della richiesta di
cui sopra, con la vostra giornalista, nel corso della telefonata predetta,
abbiamo concordato che le avrei inviato un testo in cui vi erano indicate le
motivazioni della rottura con il Gruppo Consiliare guidato dall’Avv. Sandro
Piano. Compito che soddisfeci, facendole pervenire il testo che segue:
“Il dato condiviso, e quindi certo, è
uno solo: l’impostazione data ai lavori dell’Assemblea della Lista Popolare X
Sesto, riunitasi il 30 ottobre scorso, ha provocato una frattura insanabile
all’interno dello schieramento che lo scorso 11 giugno aveva sostenuto la
candidatura a Sindaco di Sesto San Giovanni dell’Avv. Sandro Piano. Occorrere
quindi ripartire da lì, da quel momento, per capire che cosa abbia portato, a
varie riprese, ben cinque componenti della formazione civica – a suo tempo
candidati per la stessa – (Ottavia E. Molteni, Paolo Vino, Antonio Saponara,
Barbara Macchi e Maria Chiara Defilippis) ad annunciare le proprie
dimissioni. L’assemblea della Lista Popolare X Sesto era stata riunita per
discutere le linee di indirizzo del collettivo, racchiuse dallo stesso Sandro
Piano in una mozione, diffusa ante incontro agli aderenti alla formazione per
consentirne un’analisi meno frettolosa e più meditata. In effetti, il
dibattito si apriva con l’acquisizione agli atti di un documento di
“osservazioni” sul documento, lette a beneficio dei presenti, dove veniva
stigmatizzata una certa ambiguità nella formulazione del testo, che attingeva
all’humus proprio dell’Avv. Piano (le battaglie del movimento
radicale). Nel contempo si chiedeva all’estensore della mozione di
chiarire un’incongruenza di fondo: la spinta, da un lato, verso la creazione di
una “rete riformista assieme alle altre liste e agli altri movimenti, comitati,
associazioni, partiti che lavorano su un terreno comune al nostro” (citazione
testuale dal documento), mentre, dall’altro, si postulava – quale primo atto
del cammino della rinnovata Lista Popolare X Sesto – la rottura della sinergia
instaurata con i Giovani Sestesi. D’improvviso i motivi di avvicinamento,
che all’inizio dell’anno corrente avevano indotto a incrociare i propri passi
l’Associazione Democratici x il Cambiamento (di cui l’Avv. Piano è stato
espressione sino al 30 ottobre scorso) e la lista civica guidata da Paolo Vino
sembravano essersi svuotati di qualsiasi contenuto. La parola d’ordine era
“tabula rasa”: cancellare quanto di buono era stato costruito insieme nei mesi
della campagna elettorale e che si era tradotto in quel 3,47% di consensi che
consentono ancor oggi la presenza della Lista Popolare X Sesto tra i banchi del
Consiglio Comunale. Di fronte all’impossibilità di differire una discussione
che annoverava più di una voce discorde (le stesse che poi hanno maturato la
scelta di staccarsi dal gruppo) e alla finta propensione al dialogo, che
serviva solo per marcare i confini di un perimetro obbligato, dove la
centralità dell’interesse dell’azione a beneficio della città e dei suoi
abitanti non appariva così chiaro, la strada da seguire era dolorosa quanto
obbligata: dissociarsi, rompere. Nessuna scissione, come riportato
impropriamente da alcuni organi di informazione, ma la decisione ponderata, da
parte dei cinque fuoriusciti, di profondere il proprio impegno in contesti
affini ai propri valori”.
Del testo di cui sopra non compare nulla
nel servizio firmato da Laura Marinaro, alla quale chiedo sin d’ora di produrre
la registrazione della presunta intervista che avrei rilasciato alla vostra
testata.
Per tutti i motivi di cui sopra,
sentendomi parte lesa, chiedo a lei Direttore di applicare il disposto
dell’art. 8, Legge 8 febbraio 1948.
Distinti saluti.
Paolo Vino
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