mercoledì 4 luglio 2012


 COMUNICATO STAMPA
Soltanto un irresponsabile direbbe che l'arrivo a Sesto San Giovanni della città della salute è un fattore negativo ma c'è un detto che recita: "Non dire gatto se non l'hai nel sacco". Già perché se una grande idea come quella di portare la città delle salute deve scontrarsi con modi e tempi molto lunghi, allora non abbiamo concluso molto. Noi abbiamo sicuramente un vantaggio, non utilizzando una struttura esistente come avrebbe dovuto fare Milano, possiamo costruirla partendo da zero inserendoci tutto ciò che serve ai malati, ai familiari, ai lavoratori. Oggi però non è più il tempo di dare alla burocrazia la colpa della non realizzazione, oggi un sindaco, la giunta, i tecnici devono calcolare costi, modi e tempi e non devono assolutamente sbagliare; altrimenti torniamo sempre alla vecchia politica delle opere incompiute. Un imprenditore infatti quando investe ci mette del suo e se sbaglia paga di tasca propria. Noi chiediamo che se il sindaco, gli assessori o tecnico iniziano un progetto lo portino a compimento secondo i tempi e i modi prestabiliti, altrimenti non sono le persona adatte ad amministrare un bene pubblico. L'arrivo della città della salute è certamente una grande occasione, riporta Sesto San Giovanni al centro del nord Milano ma non possiamo permetterci di sbagliare. Adesso è il momento di rivedere anche la concessione del nuovo centro commerciale che neanche più i cittadini vogliono e che sappiamo benissimo essere la fine del già agonizzante commercio di vicinato. Noi chiediamo al Sindaco Chittò di fare sua la nostra proposta di portare lo stadio dell'Inter Club a Sesto San Giovanni, il Presidente M.Moratti è in cerca di un'area per la sua società, c'è anche la disponibilità della proprietà delle aree Falck (Bizzi & Partners) e la location della nostra città che sommato a tutti i collegamenti tangenziali, metropolitane, treni  la fà essere vincente. Questo potrebbe essere il secondo passo alla ri-crescita dell'indotto socio-economico di Sesto San Giovanni e permetterebbe anche di creare un primo passaggio di collegamento con la città costruita che mai dovrà essere dimenticata ma anzi rimodellata, integrata e aiutata dal nuovo.

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